DIFETTI DI COESIONE/ADESIONE
LACUNE
Numero:
NOTE
INTERVENTI DI RESTAURO PRECEDENTI A CARICO DEL SUPPORTO CARTACEO
Numero:
LOCALIZZAZIONE:
TIPOLOGIA:
MATERIALI :
ADESIVO
NOTE
INTERVENTI DI RESTAURO PRECEDENTI A CARICO DEI MEDIA GRAFICI
TIPOLOGIA
Integrazione cromatica
Integrazione grafica
MEDIA GRAFICI IMPIEGATI
NOTE
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA:
RIPRESE FOTOGRAFICHE
Per i disegni di Leonardo da Vinci la strada scelta per la loro rappresentazione è stata quella della cd. Gigapixel, dell’immagine – cioè – generata attraverso l’unione di più scatti parzialmente sovrapponibili dello stesso soggetto, successivamente uniti assieme tramite appositi software (stitching).
Il fine è stato quello di ottenere, attraverso una serie di scatti realizzati in macrofotografia, un’immagine la cui risoluzione consentisse forti ingrandimenti senza perdita di nitidezza nei dettagli con lo scopo di consentire un accurato studio dello stato di conservazione e della finezza del tratto delle opere.
INDAGINI TECNOLOGICHE
Caratteristiche del supporto cartaceo: composizione fibrosa, spessore, grammatura, densità apparente, grumosità, vergatura; posizione del disegno (lato feltro/lato forma); tracce di interventi precedenti di montaggio e di restauro.
Dimensioni (L x h) mm: 296 x 211 irregolare
Spessore (mm): 0,162
Grammatura (g/m2):106
Filoni 12 paralleli all’altezza della carta
Misura media delle portate (mm): 23
Vergelle: 11-12 /cm
Lato del disegno: lato feltro
Distribuzione dell’impasto con rari grumi: grumosità discreta
Tracce di adesivo sui bordi, e in corrispondenza di precedenti risarcimenti
Presenza di tracce dorate sui bordi, riferibili ad un precedente montaggio
Sono state analizzate alcune fibre prelevate sugli interventi di restauro. Dall’esame condotto risultano presenti fibre di Kozo e di conifera a basso grado di cottura (carta giapponese di cattiva qualità).
INDAGINI CHIMICHE
A) Raman
CARTA: la carta di questo disegno è omogeneamente ossidata anche nelle zone
prive di macchie. Lo stato di ossidazione è testimoniato dalla presenza
di un largo assorbimento nella regione oltre i 1500 cm-1, indice di ossidazione
della cellulosa. Anche in questa opera le macchie scure sparse sul
disegno sono dei depositi carboniosi di nero fumo, probabilmente derivati
da fuliggine.
INCHIOSTRO: lo spettro Raman indica il tipico assorbimento di un inchiostro ferro-gallo
tannico.
ADESIVO: le indagini non sono state pienamente soddisfacenti per l’identificazione
dell’adesivo, si presume l’utilizzo di un derivato dalla cellulosa di natura
non identificata.
DORATURA: il verso dell’opera presenta, sulla parte perimetrale, dei residui di un
pigmento a scaglie di colore dorato, presumibilmente derivata dal contatto
con la cornice ottocentesca. Dalle immagini della microcamera parrebbe
che il disegno fosse applicato su un supporto blu, sul quale il pigmento
dorato è stato applicato o si è trasferito dalla doratura della cornice.
Le analisi acquisite su tale materiale hanno rivelato la presenza di
amido di mais (o appartenente all’adesivo o al supporto in carta blu).
B) XRF
Punto d’analisi: Carta. Tempi di acquisizione 600 secondi
Elementi: Ca, Fe, Zn, Pb, Cu, Mn.
Punto d’analisi: “Foxing”. Tempi di acquisizione 600 secondi
Elementi: Ca, Fe, Zn, Pb, Cu, Mn.
Punto d’analisi: Pigmento dorato sul verso. Tempi di acquisizione 600 secondi
Elementi: Au. Tracce Pb, Ca, Fe, Cu.
Non vi sono differenze sostanziali di concentrazione dei vari elementi tra carta e“foxing”.
Di conseguenza le macchie non possono essere attribuite ad un tradizionale foxing chimico
indotto da ferro.
Dal punto di vista della stabilità della carta, sarebbe auspicabile un trattamento di riduzione,
possibilmente associato alla deacidificazione.
INDAGINI FISICHE
La curva di riflettenza FORS nell’UV-visibile è tipica dell’inchiostro ferrogallotannico. La riflettografia nel vicino infrarosso e la tecnica ai falsi colori confermano questa ipotesi. Infatti il tratto grafico tende divenire sempre più debole e poco visibile addentrandoci nel NIR. Inoltre con la tecnica ai falsi colori assume un tono cromatico rosso magenta. Questo comportamento è legato alla trasparenza dell’inchiostro ferrogallico nel NIR, caratteristica che lo differenzia, ad esempio, dai media grafici a base carboniosa (grafite, carboncino, pietra nera, nero avorio, nero di vite) che sono opachi.
Questo disegno risulta realizzato con inchiostro ferrogallotannico.
Infatti la curva di riflettenza nell’UV-visibile in corrispondenza del tratto grafico è tipica di questo inchiostro. Il falso colore rosso magenta ne conferma l’impiego.